Torna al Laboratorio

Se una notte d’inverno un viaggiatore.

Se una mattina. Un narratore, un insegnante, un padre, un nomade. Uno scrittore. Uno sceneggiatore, un fotografo, un regista, un documentarista.

Difficile dire quale di questi Fabio Pasini sia rimasto più impresso ai ragazzi e alle ragazze della 4 D del Liceo Scientifico Ulivi, che nelle mattinate dell’8 e del 19 novembre - prima in classe e poi al cinema Astra - lo hanno incontrato in occasione del primo dei cinque incontri di Rassegna Cinematografica Ex-Libris, progetto dedicato ai percorsi e agli intrecci tra le forme narrative e cinematografiche, tra la parola e le immagini.

Fabio Pasini, classe 1968, è originario di San Secondo Parmense, piccolo borgo dal quale ha sempre desiderato e progettato spedizioni che lo hanno condotto negli angoli più selvaggi e freddi del mondo. Ha attraversato Capo Horn in kayak, la Groenlandia con gli sci, l'isola di Baffin, l'Himalaya, le Svalbard, la Patagonia, l'Islanda, le Alpi, l'Atlante, gli Altipiani, i Balcani e il Grande Nord del Canada e dell'Europa, “senza sentire mai il bisogno di sfidare questi luoghi”. Carta, penna, macchina fotografica, telecamere amatoriali e professionali poi, lo hanno sempre accompagnato in ognuna di queste avventure: tutti mezzi necessari per raccontare, conoscere e quindi conoscersi.

Il tema del viaggio e della scoperta attraversa tutta la sua produzione scritto-audiovisiva, due forme interconnesse in tutto il suo percorso, già a partire dal breve cortometraggio del 2002 Traversata di pensieri, fino a Hielo Patagonico North (2003), Discesa dal Nord della Marmolada (2004) Discesa del Rio Colca (2005) Carano Non è Pamplona (2018) e infine Ella e l’ultimo cacciatore (2021), questi ultimi due entrambi in competizione ufficiale al Trento Film Festival. A fare da sfondo, o meglio da principio, il libro Andare, una raccolta di appunti di viaggio pubblicata nel 2020 per Geoantropo.

Vent’anni di avventure che raccontano inconsapevolmente l’evoluzione del formato audiovisivo, di un occhio che si allena con essa, diventando da amatoriale sempre più cinematografico. Due decenni che parlano soprattutto di presente, di posti sperduti - mete difficili da raggiungere soprattutto in questo periodo storico - di ambienti che credevamo incontaminati e protetti, incapaci di difendersi dalle conseguenze del disastro climatico.

Le riflessioni della classe si soffermano proprio su questa tematica, e le immagini del loro narratore diventano risposte, tra la curiosità di conoscere il “lontano”, l’incanto verso l’irraggiungibile e la matura consapevolezza del pericolo che quei paesaggi, quelle culture e con loro l’intera popolazione, corrono.



Torna al Laboratorio